25 aprile 2023

Benevento, piazza Matteotti, 25 aprile, 2023


Buongiorno a tutti.

Sono davvero felice di essere qui questa mattina per celebrare insieme a voi la ricorrenza del 25 aprile, una giornata importante, la cui rilevanza non sbiadisce con il passare del tempo.

Una giornata che è in realtà la conclusione di un tempo drammatico, i 20 mesi che vanno dall’8 settembre 1943 al 25 aprile 1945.

Il tempo in cui l’antifascismo, mai assente durante tutto il ventennio, si trasforma in lotta armata: la Resistenza. Il tempo del coraggio e dell’orgoglio, dei partigiani, ma non solo, anche di tanti civili che li hanno sostenuti e coperti, spesso a prezzo di feroci rappresaglie da parte di fascisti e nazisti. Il tempo in cui lottando per la libertà e per un futuro diverso, le donne e gli uomini della Resistenza hanno gettato le basi della nostra Costituzione, hanno disegnato il nostro Paese così come oggi lo viviamo.

Come ho già avuto modo di dire e scrivere in altre occasioni: il nostro non è un paese perfetto, è sotto gli occhi di tutti.

E’ un Paese nel quale in molte aree la criminalità organizzata minaccia non solo lo sviluppo economico e sociale, ma anche la convivenza civile. Un Paese dove corruzione e illegalità sono un fenomeno ancora troppo diffuso. Un Paese contrassegnato da ampi squilibri nella distribuzione della ricchezza, che aumentano vistosamente di anno in anno. Un Paese in cui la giustizia è spesso troppo lenta; i diritti civili non sempre sono adeguatamente tutelati; il tessuto produttivo, pur con le dovute eccezioni, fa fatica ad innovare; dove il lavoro è un diritto negato per troppi cittadini, in particolare giovani.

Eppure, io dico che il nostro è un Paese magnifico.

Lo è perché questa mattina io posso stare qui, in Piazza, a parlare liberamente dei problemi che lo affliggono. E posso impegnarmi per risolverli, questi problemi. Posso farlo individualmente, con l’esempio e la testimonianza, nella professione che svolgo; posso farlo insieme agli altri, attraverso l’associazionismo, il volontariato, o l’impegno politico.

Questa è l’essenza della democrazia. E, per dirlo con le parole di Sandro Pertini, è meglio la peggiore delle democrazie della migliore di tutte le dittature. 

Oggi, dunque, si celebra la ricomposizione dell’unità nazionale e la data fondativa della nostra democrazia.

Ecco perché oggi noi Italiani, tutti gli Italiani, dobbiamo riconoscenza alle donne e agli uomini che  con il loro coraggio, le sofferenze, le atrocità subite, ma anche con le loro paure e le loro debolezze, hanno scritto questa storia.

Ecco perché è importante trasmettere ai giovani la consapevolezza del ruolo decisivo della Resistenza per la costruzione di una nuova identità nazionale, fondata sui valori di libertà, umanità e giustizia.

Per questo il 25 aprile, ogni ricorrenza del 25 aprile, è un’occasione eccezionale, un momento per rinnovare memoria e consapevolezza, un momento per celebrare la bellezza della pace e della democrazia, del rispetto della dignità e dei diritti di tutti gli individui. Perché diritti e dignità o sono di tutti o non sono, e negarli anche ad una sola persona significa negarne l’universalità.

E questo è esattamente quello che ha fatto il fascismo, il dramma del fascismo! 

Prendo a prestito le parole della scrittrice e filosofa Michela Marzano, che ha recentemente scritto un libro, “Stirpe e Vergogna”, che è un viaggio personale e collettivo in cui si riaprono i conti con la storia: Il dramma del fascismo è stato la cancellazione delle libertà politiche e civili; è stato il non potersi esprimere e il non poter non essere d’accordo. E poi la dittatura, il conformismo, l’olio di ricino, il confino, le discriminazioni, la supremazia razziale, il virilismo, l’omofobia, e quindi l’impossibilità per le persone di essere tutte uguali in termini di dignità di valore e di diritti nonostante le differenze che ci caratterizzano e che è assurdo pensare di cancellare.

Fare i conti con la nostra storia è un compito che diventa ogni anno più importante, per evitare che la scomparsa degli ultimi testimoni diretti possa portare alla negazione, o semplicemente all’oblio, di quello che è stato. 

Come ci ha ricordato il nostro Presidente Mattarella, la storia non si cancella, possiamo coltivarla con rancore oppure farne patrimonio comune, nel ricordo e nel rispetto.

Buon 25 aprile a tutti!