Donne e discipline STEM

Il Mattino, 14 febbraio 2024

Se vi dicessero che la scienza non è per donne, voi, cosa rispondereste? A guardare i dati sembrerebbe proprio vero. Le studentesse universitarie italiane che scelgono un corso di laurea nelle cosiddette discipline STEM (scienza, tecnologia, ingegneria e matematica) sono solo il 14,5% del totale, molto al di sotto della media europea.

Ma è proprio vero che la scienza è un affare per soli uomini? O si tratta piuttosto del risultato di una narrazione sbagliata? Una narrazione a volte colpevole, troppo spesso distratta? Proviamo a rileggere qualche esempio di questa narrazione dominante.

Se vi chiedessero un ricordo dello sbarco sulla luna, il 20 luglio del 1969, sono sicuro che per molti la mente andrebbe immediatamente a Neil Armstrong e alla sua storica affermazione: “Questo è un piccolo passo per un uomo, ma un grande balzo per l’umanità”.

Un uomo, appunto, perché nessuna donna è mai stata sulla luna. Eppure, a portare l’umanità sulla luna hanno contribuito in maniera determinante tante donne.

Ad esempio, quanti conoscono Katherine Johnson, la matematica che calcolava a mano le traiettorie di volo? Pensate che nel 1962, quando la NASA cominciò ad usare i computer per definire le orbite, l’astronauta John Glenn si rifiutò di volare finché Katherine non ebbe controllato personalmente i calcoli del computer.

E quanti si ricordano di Margaret Hamilton, informatica a capo del team che sviluppò il software di bordo per il programma Apollo? Iconica la sua foto accanto al codice sorgente, 17 tomi uno sopra l’altro in una pila alta quanto lei.

E ancora, quanti sanno chi sono Susan Finley, il “computer umano”, o Frances “Poppy” Northcutt, la prima donna ad avere ricoperto un ruolo operativo nel centro di controllo missione a Houston?

Ma le scienziate non hanno lavorato solo per portare l’uomo sulla luna.

Quanti conoscono Rosalind Franklin, biochimica e cristallografa, e il contributo determinante che ha dato alla scoperta della struttura del DNA, per cui Jim Watson e Francis Crick ricevettero il premio Nobel nel 1962?

Quanti sanno la storia di Emily Warren Roebling, ingegnera, e del ruolo che ha avuto nella realizzazione del ponte di Brooklyn? 

E, credetemi, l’elenco potrebbe essere molto, molto più lungo.

Se vi dicono che la scienza non è una cosa per ragazze, voi non credeteci! E ricordate sempre quello che ha detto Rita Levi Montalcini, laureata honoris causa del nostro Ateneo: “La donna è stata bloccata per secoli. Quando ha accesso alla cultura è come un'affamata. E il cibo è molto più utile a chi è affamato rispetto a chi è già saturo.”